Antonio Margheriti – The Outsider

The Outsider

sabato 22 novembre – dalle 18:00

 

Il cinema di Antonio Margheriti

The Outsider18:00
E dio disse a Caino
(Italia/Germania Ovest 1970)
con Klaus Kinski e Peter Carsten

20:00 – Apericena

21:30
The Outsider: il cinema di Antonio Margheriti
(documentario) (Italia 2013)
di Edoardo Margheriti
sarà presente il regista

a seguire:

Danza Macabra
(Italia 1964)
con Barbara Steele e George Rivière

Commando Leopard
(Italia/Germania Ovest 1985)
con Lewis Collins, Klaus Kinski, John Steiner e Luciano Pigozzi



E dio disse a Caino
(Italia/Germania Ovest 1970)

«Il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Il Signore disse: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra».»
(Genesi 4:9)

Bellissimo western gotico di Antonio Margheriti, il quale piega il genere al suo grande amore per l’horror e le tinte sinistre e lugubri, riuscendo così a creare un’opera dagli incredibili piani stilistici, unica e fra i migliori esempi dell’intero filone. Niente sole cocente e deserti riarsi, ma tra campane che suonano i loro rintocchi nella notte ventosa in cui si svolge l’intera vicenda, tempeste di sabbia in una tetra e sinistra citta’ di fantasmi, e apparizioni che paiono quelle di uno spettro. Cimiteri sotterranei, eteree ambientazioni, giochi di specchi, scatenamento di elementi naturali, pesanti drappi, candelabri, fuochi minacciosi, agguati, passaggi segreti e botole per il sottosuolo, indiani misteriosi,  e una delle migliori interpretazioni di Klaus Kinski almeno nel western,eccellente in un  ruolo di positivo e inesorabile vendicatore. Ma sono bravi anche il coprotagonista Peter Carsten, e Antonio Cantafora.
Uno dei rarissimi esempi di western horror con le facce piu’ caratteristiche del cinema italiano e del filone come Giacomo Furia e l’immancabile Luciano Pigozzi, una cura raffinata dell’aspetto visivo e una buona sceneggiatura.

“Il produttore Giovanni Addessi e io abbiamo scritto il copione con la chiara volontà di uscire dal genere, di sottrarci al già visto. E poi, non ho mai amato seguire i dettami. Mi piace fondere più registri, lo faccio in quasi ogni mio film: sono un ribelle.»
(Antonio Margheriti)

Scrive Edoardo Margheriti:

«Antonio lavorò in questo film per la prima volta con Klaus Kinski, un attore notoriamente difficile. […] Per sua sfortuna Antonio non aveva un carattere facile sul set e non gli era da meno, per cui la “corda” si spezzò dopo pochissimi giorni di riprese: stavano girando dentro delle caverne, quando Kinski ebbe una delle sue crisi da “primadonna”  e stava per lasciare il set. Antonio non ci vide più dalla rabbia e cominciò ad insultarlo, arrivando anche a tirargli dietro uno dei fucili di scena. Curiosamente, questo gesto accrebbe smisuratamente il rispetto di Kinski per Antonio e tornò sul set docile come un cagnolino, completando il film senza dargli ulteriori fastidi.»
(Edoardo Margheriti)


Danza Macabra
(Italia 1964)

Per il suo cinquantesimo anniversario compiuto quest’anno, presentiamo l’mprescindibile ed essenziale horror gotico di Antonio Margheriti e della storia del genere italiano degli anni sessanta, il notturnissimo “Danza macabra”[Castle of Blood nel suo titolo internazionale], esempio di massima ispirazione e suggestione atmosferica della perfetta, magistrale regia margheritiana, come di un cast comprendente la divina Scream Queen  Barbara Steele, la splendida Margaret Robsham, Arturo Dominici [come Henry kruger] nel ruolo del Dottor Carmus, Silvano Tranquilli [Montgomery Glenn!] nel ruolo di Edgar Allan Poe, e persino Salvo Randone in un piccolo ruolo, oltre che di un’ambientazione e una fotografia di Riccardo Pallottini altrettanto perfette. Esempio anche originale all’interno del filone poeiano di Roger Corman e “inglese”, del cinema horror gotico e di cripte allora in voga negli anni sessanta, ma che in piu’ alle atmosfere lugubri e raffinate unisce una rara malinconia e uno stile folgoranti, una ambiziosa, avviluppante e quasi irraggiungibile tensione claustrofobica che non lascia scampo. Ambientazione classica ed elegante, come tipicamente margheritiano in una unica unita’ temporale prima che l’alba spazzi via le ragnatele e la polvere, quella di una notte in un castello tra morte e amore dell’inconscio, evocante spettri, visioni di avvenimenti del passato e antichi delitti, resa da inimitabili piani sequenza che paiono flutture come nella prospettiva di uno spettro che avanza o di un vampiro assetato di sangue, a intrappolare il protagonista Georges Rivière in un raggelante e ossessivo terrore fatto di un tempo immot, che annichilisce e inchioda alla sedia lo spettatore.
Venne distribuito in Italia il 27 febbraio 1964 dalla Globe International Film. Compie percio’ proprio quest’anno cinquant’anni.
  • Bruno Corbucci ne ha firmato la sceneggiatura assieme a Giovanni Grimaldi,
  • Un remake e a colori dello stesso regista è “Nella stretta morsa del ragno” del 1971
  • Ruggero Deodato dichiarò in un’intervista che “Danza macabra” fosse uno dei suoi film preferiti; in questo film vi prese parte come aiuto regista.
  • Tra gli interpreti anche l’atletico Giovanni Cianfriglia, sotto pseudonimo inglese come si usava all’epoca.
  • Nel film, Edgar Allan Poe afferma che non era mai stato in Inghilterra  prima, mentre le biografie ufficiali dicono che dal 1815 al 1820 Poeragazzino visse e studiò in Inghilterra.
  • Il vero nome di Lord Blackwood (Umberto Raho) : Blackblood.


Commando Leopard
(Italia/Germania Ovest 1985)

Co-produzione italo-tedesca girata nelle Filippine con Erwin C. Dietrich produttore, del filone bellico-avventuroso nel quale Margheriti realizzera’ tanti ottimi titoli quali “L’Ultimo cacciatore“(1980), “Fuga dall’Arcipelago maledetto“, “Tornado” (1983), “Arcobaleno selvaggio“(1985) ecc.,  “Commando Leopard” è forse il titolo piu’ spettacolare e dal piu’ bel ritmo dell’intero filone. Grazie ad un budget che appare maggiore, e ad alcune fra le piu’ splendide sequenze d’azione e di esplosioni con i modellini, per le quali Margheriti era giustamente famoso e considerato un Maestro. “Commando Leopard” venne girato con quasi i medesimi protagonisti di “Arcobaleno selvaggio“, ovvero Lewis Collins militare dei corpi speciali direttamente dalla famosa serie tv inglese de “I Professionals“, Klaus Kinski e John Steiner, il primo cattivissimo generale al soldo del cattivo dittatore di uno staterello centroamericano di turno, il quale deve essere destabilizzato da una guerriglia rivoluzionaria appoggiata dal commando di Carrasco (Collins), impegnato a dover far esplodere una diga.

Con un budget stimato in 15 milioni di franchi svizzeri, “Commando Leopard” fu all’epoca considerato il piu’ costoso film mai finanziato in franchi svizzeri. Metà del budget fu approssimatamente speso per la costruzione dei modellini.

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