Geografie della coralità #3
“Chi porterà queste parole?”
di Charlotte Delbo
domenica 13 settembre ore 21
ingresso a offerta
Traduzione di Federica Quirici – Allestimento e regia a cura del Laboratorio “Germogli di Memoria” di Effetto Collaterale.
Testo inedito e mai tradotto in Italia, “Chi porterà queste parole?” racconta il dramma ma anche la capacità di resistere e sopravvivere di 23 donne che, insieme a Charlotte Delbo, hanno vissuto l’orrore di Auschwitz-Birkenau. Dato alle stampe a Parigi nel 1967 con la trilogia “Auschwitz e dopo”, il testo teatrale “Chi porterà queste parole?” fu scritto da Charlotte Delbo una volta tornata dalla Polonia con il chiaro intento di trasmettere la memoria di quello che accadde, di raccontare la vita e il coraggio di tante compagne di prigionia che purtroppo non fecero mai ritorno.
Charlotte Delbo fu intellettuale comunista e partigiana francese (di origini italiane), arrestata il 2 marzo del 1942 con l’accusa di aver stampato e distribuito, insieme al marito, materiale di propaganda anti-nazista. Il 23 gennaio 1943, insieme a 229 donne della resistenza francese, venne deportata nel campo di concentramento diAuschwitz e, più precisamente, nella sezione femminile di Birkenau. Il convoglio in cui fu gettata insieme alle altre, era composto esclusivamente da prigionieri politici. Come narra in “Chi porterà queste parole?”, all’arrivo ad Auschwitz tutte le donne del convoglio intonarono la ‘Marsigliese’ e molte di loro continuarono a cantare l’inno francese anche mentre marciavano verso le camere a gas.
Quello di Charlotte Delbo è un testo di grande potenza narrativa e di grande impegno civile che fin dal titolo “Chi porterà queste parole?” si rivolge direttamente a chi allora non c’era ma ha la responsabilità di sapere e ricordare.
Quello che andrà in scena domenica sera sarà il terzo allestimento, frutto di un lavoro iniziato a settembre 2014 e che terminerà per la Giornata della Memoria del 2016, e vedrà la restituzione integrale di tutto il testo per 23 personaggi.
In scena 23 donne, che praticano il linguaggio del teatro a vari gradi di esperienza, dal professionismo a chi sperimenta ‘la prima volta’, cercheranno di dare la voce a quella straordinaria e spaventosa esperienza corale di vita e di morte, di aberrazione e stupore, di lotta e di resa.
Prive di qualsiasi oggetto scenico e di qualsiasi scenografia ‘canteranno sempre insieme’ cercando di tenere unito ciò che l’orrore non è riuscì a dividere: il ricordo delle une per le altre, la testimonianza per tutte.
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