ECONOMIE Atto #1

Il Teatro Rossi Aperto è uno spazio autogestito da chi decide di collaborare al progetto e autofinanziato grazie alle offerte di chi partecipa alle attività che vi si svolgono, o semplicemente ritiene giusto dare un proprio contributo.
Tutto questo però non basta: non ci basta far “sopravvivere” lo spazio, vogliamo che il lavoro degli artisti possa essere valorizzato, anche attraverso un piccolo riconoscimento economico.
Questo non significa fare del lavoro artistico una merce, ma tentare di non svalutare le competenze, le professionalità e le ore di studio che una creazione artistica comporta.
Troppo spesso vediamo intorno a noi artisti costretti a lavorare gratuitamente col ricatto della visibilità loro offerta. Noi vogliamo distanziarci nettamente da questa “normalità” di sfruttamento del lavoro.
Pertanto non si pagano biglietti al TRA. Durante il fine settimana chiederemo un contributo di partecipazione di circa 3 euro: che verrà diviso tra il teatro e gli artisti.
Come atto di responsabilità nei confronti del lavoro che gli artisti condividono generosamente con il pubblico e il teatro abbiamo deciso di introdurre il cappello di gradimento a fine spettacolo, che sarà consegnato interamente agli artisti. Questo servirà come strumento di valutazione diretta dello spettacolo: il pubblico potrà far capire quanto ha apprezzato il lavoro dell’artista e quest’ultimo, d’altra parte, potrà capire quanto ha funzionato o meno.
Nelle serate openstage non ci sarà alcuna offerta consigliata: il cappello verrà diviso tra artisti e teatro a favore degli artisti, così da contribuire nella fase di studio e preparazione del lavoro messo alla prova sul palco aperto del TRA.
Questa non è la soluzione definitiva, solo un primo passo frutto dell’inizio di un pensiero. Vorremmo in futuro arrivare a garantire un compenso minimo, ma per ora le possibilità economiche del TRA., che abbiamo reso pubbliche attraverso il bilancio aperto (qui), non ce lo consentono.
Questo nodo andrà inquadrato nel più ampio dibattito nazionale sul reddito minimo garantito e sull’autoreddito, temi su cui il TRA. sta iniziando a riflettere, perché liberarsi dal ricatto della precarietà favorirebbe non solo l’accesso a circuiti diversi da quelli istituzionali pubblici e privati, ma anche maggiori possibilità ai processi di ricerca e creazione artistica.
L’obiettivo di questa scelta politica di pagamento è di rendere sostenibili la gestione dello spazio (elettricità, acquisto di materiale tecnico, manutenzione..) e dare un parziale e simbolico riconoscimento economico a chi sceglie di portare qui le proprie produzioni, artistiche e intellettuali, proprio perché sostiene le ragioni del nostro progetto culturale e politico.
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