Lettera aperta ai futuri amministratori

Lettera aperta ai futuri amministratori

Una Riflessione degli Operatori e delle Operatrici Culturali della Città

Gli operatori e le operatrici culturali attivi nella Città di Pisa, pur profondamente consci della loro diversità per tipologia e natura delle proprie realtà e per varietà delle attività proposte, vogliono provare a contribuire in maniera costruttiva e propositiva al dibattito politico cittadino in vista delle prossime elezioni amministrative, chiedendo che anche e soprattutto il tema delle politiche culturali sia al centro dei dibattiti e delle agende elettorali.

Da questo spirito di partecipazione attiva nasce una lettera aperta con dieci riflessioni brevi su alcuni temi fondamentali che auspichiamo siano presi in massima considerazione da chiunque si troverà ad amministrare la nostra città.

1) Cultura, sicurezza e movida
Pensiamo che le piazze e le strade sicure siano quelle vissute dai cittadini e riempite di contenuti; la cultura è un’arma potente contro il degrado, più potente della repressione e delle ordinanze securitarie. Chiediamo più cultura nelle piazze dunque anche per una città più sicura e più vivibile. Chiediamo anche che siano valorizzate quelle realtà che propongono nei propri spazi un’offerta culturale e di intrattenimento di qualità.

2) L’intercultura è la chiave
Come viviamo questa città? Come ricuciamo lo spazio urbano? Come tessiamo nuove forme di cittadinanza tra studenti, residenti, immigrati, migranti e abitanti di passaggio? Pensiamo che gli operatori culturali possano contribuire in chiave interculturale a costruire alcune di queste risposte.

3) Progettazione di nuovi spazi per la cultura: il nostro contributo
I processi di rigenerazione e riqualificazione degli spazi urbani periferici o dismessi rappresentano la vera scommessa dei prossimi anni; chiediamo di essere coinvolti fin dalle fasi progettuali di questi processi; recuperare un luogo e renderlo alla città vuol dire anche pensarlo con a chi quel luogo si chiederà di abitarlo, affermando il primato della funzione sopra quello dell’estetica architettonica.

4) Cultura moltiplicatrice di risorse: incentivare chi genera economia e lavoro
Gli eventi culturali hanno ricadute importanti per le città che li ospitano. Ricadute economiche positive che generano effetti moltiplicatori sia a favore sia del tessuto produttivo locale che della collettività, migliorando sensibilmente l’immagine del territorio e favorendone la promozione su scala locale, nazionale e internazionale (a seconda della tipologia di eventi). E chi come molti di noi lavora quotidianamente sul territorio, oltre a contribuire nel senso sopra detto tramite gli eventi che organizza, genera anche ricchezza in termini di lavoro. Riconoscere che la Cultura è Lavoro è il primo passo, aiutarci a diffondere le buone pratiche del lavoro culturale quello successivo.

5) Un sostegno pubblico non assistenzialista
Crediamo che il sostegno pubblico alla cultura non vada concesso in modo indiscriminato; la logica assistenzialista applicata in questo ambito non ci piace e non ci appartiene. Alle realtà che esistono ed esisteranno a prescindere dal contributo pubblico, va riconosciuto il merito della sostenibilità. Vogliamo però che alla cultura sia data anche la possibilità di crescere e di diventare lavoro; auspichiamo che ciò possa accadere con il sostegno dell’amministrazione.

6) Gli strumenti di finanziamento alla cultura: bandi, protocolli e convenzioni
Crediamo che tra gli strumenti attuativi idonei al sostegno pubblico alla cultura, al fianco del metodo dei bandi che pure ha una sua funzione e specifica utilità, meritino particolare considerazione il metodo dei protocolli di intesa e quello delle convenzioni. Un’amministrazione lungimirante e capace di leggere le potenzialità del territorio può instaurare con operatori e operatrici culturali una collaborazione proficua all’individuazione di obiettivi strategici a medio e lungo termine, dando al contempo agli stessi la sicurezza di poter contare sul sostegno pubblico per il loro raggiungimento. Scommettiamo insieme sul futuro culturale di questa città, sperimentando differenti formule di finanziamento alla cultura che permettano alle diverse soggettività presenti di contribuire ciascuna con le proprie forme e modalità alla crescita dell’offerta culturale cittadina.

7) Criteri qualitativi e quantitativi condivisi per la valutazione dei progetti culturali
Crediamo che servano dei criteri qualitativi e quantitativi condivisi per la valutazione dei progetti culturali. Sicuramente ogni progetto ha la propria specificità, che deve essere tenuta di conto al di là dei criteri meramente numerici; tuttavia alcuni strumenti di misurazione e valutazione possono contribuire a valutare la portata complessiva di un progetto culturale. Una valutazione qualitativa e quantitativa è già applicata nel bando per le associazioni; ci piacerebbe una valutazione obiettiva anche dei progetti culturali più complessi che utilizzano gli strumenti dei protocolli e delle convenzioni. Proponiamo a scopo meramente esemplificativo dei criteri di valutazione (alcuni dei quali tra l’altro già utilizzati nel bando di cui sopra) che riteniamo particolarmente idonei:

• Diffusione territoriale

• Frequenza e numero complessivo degli eventi

• Replicabilità dell’evento

• Capacità d’intercettazione dei destinatari potenziali

• Qualità degli eventi attestata da critica e stampa di settore

• Capacità dell’evento di contribuire alla risoluzione di criticità sociali

• Capacità di fare rete a livello locale, nazionale e internazionale

• Compartecipazione economica

8) Incentivare la collaborazione attiva tra istituzioni culturali, associazioni e singoli operatori
Crediamo che per raggiungere l’obiettivo di una gestione integrata ed efficiente delle risorse culturali della città, ci debba essere più dialogo e più collaborazione tra le istituzioni culturali, le associazioni e i singoli operatori. Questo obiettivo lo si può raggiungere in molti modi; noi ne suggeriamo tre, non esclusivi e non esaustivi, qualcuno sicuramente più ardito di altri:

• Istituire un tavolo di indirizzo tra operatori, Enti (Teatro Verdi, Fondazione Pisa, Università) e Pubblica Amministrazione

• Inserire una rappresentanza degli operatori culturali in Commissione Cultura

• Inserire una rappresentanza degli operatori culturali in CDA Fondazione Teatro Verdi

9) La partecipazione è una risorsa
La storia democratica della nostra città ha conosciuto e conosce esperienze in cui la partecipazione politica si esprime attraverso la produzione e la diffusione di cultura non istituzionale. Crediamo fermamente che le forme di produzione culturale nate in seno alle aperture autorganizzate e partecipative di spazi recuperati, forme che sono insite ormai nel DNA culturale della nostra città da più di 50 anni, debbano rappresentare risorse e fornire spunti di riflessione sulla geografia del territorio culturale cittadino; non sono e non devono essere mai trattate come problemi di ordine pubblico. Auspichiamo ad esempio che sulla questione Teatro Rossi Aperto non ci si dimentichi mai del ruolo centrale che gli attivisti hanno avuto e continuano ad avere nella restituzione di questo spazio alla città.

10) Aumento degli investimenti sulla cultura: guardiamo all’EU
Un’ultima riflessione sull’annosa questione economica. In uno sconfortante panorama nazionale di ventilati tagli alla spesa pubblica (e sappiamo bene che il settore culturale sarà il primo a farne le spese), chiediamo un atto di coraggio e di fiducia alla prossima amministrazione: gli investimenti sulla cultura devono e possono essere aumentati. Questo obiettivo non lo si raggiunge solamente dividendo la torta in proporzioni diverse, sarebbe sciocco chiederlo: lo si fa lavorando al fianco degli operatori culturali per individuare nuove forme di finanziamento. Un tavolo permanente tra operatori e amministrazione che lavori sui bandi europei per esempio potrebbe essere un buon punto di partenza.

La vivacità del tessuto culturale pisano è contraddistinta da una poliedricità di attori e operatori culturali, ciascuno con le proprie specificità non solo negli ambiti di intervento e nelle produzioni artistiche ma anche nelle forme e nelle tipologie. Imprese, fondazioni, associazioni culturali, enti di promozione sociale, circoli e spazi autogestisti rappresentano un pezzo della storia culturale della città di Pisa, il cui patrimonio non può e non deve essere disperso.

Sperando che questo documento possa rappresentare un punto di partenza per un’occasione più ampia e profonda di confronto e di scambio di idee per costruire assieme una città che metta al centro la cultura.

Immagine di copertina per gentile concessione di Francesco Barbieri

Primi Firmatari

Cinema Teatro Lux / Associazione The Thing

Circolo ExWide / Pisa Jazz

I Sacchi di Sabbia / Teatro Sant’Andrea

Lumiere

FLU Società Cooperativa (Argini e Margini / Arno Vivo)

Associazione Teatro Rossi Aperto

Cineclub Arsenale

Orchestra Arché

Associazione Pisa Folk

IPAZZI Factory – ArtedellaMemoria Associazione Culturale

Francesco Martinelli

Consorzio CON.COR.D.A. / Movimentoinactor Teatro Danza

Auser Musici

Deposito Pontecorvo

Studio Gennai Arte Contemporanea Associazione Culturale

Scuola di Musica Bonamici

Associazione Culturale Imago

Associazione Replay

Acquario della Memoria

Casa della Donna

Borderline Club

Circolo Leningrad Café

Secondo Piano a Sinistra

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