Teatro Rossi Aperto: day by day

DAY 1
Entriamo di mattina presto, al buio. Nella platea vuota c’è solo un tavolo e sul tavolo candele accese a svelarci con la loro luce tremolante la bellezza sorprendente del teatro Rossi. Al sorgere del sole spalanchiamo le finestre e finalmente torna la luce del giorno, torna ad infiltrarsi tra i palchetti, nella platea, sul palco, nel foyer. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che questo posto è stato visto alla luce del sole? Troppo. Quanto tempo è che non riecheggia di voci, di canti, di risate, di applausi? Troppo. Il sole ci rivela la contraddittoria bellezza del teatro. Maestoso, antico, pieno di fascino..e vuoto, maltrattato, dimenticato.
La prima cosa che facciamo è spalancare le porte. Tutt* devono entrare, vedere. Questo posto è di tutt* noi, che per troppo tempo siamo passati davanti alle sue mura senza poter immaginare cosa ci fosse al suo interno. Poi, scope in mano, ci mettiamo a spazzare via anni di polvere, escrementi di piccione, anni di silenzio. Le persone si fermano, sorprese di trovare le porte aperte. Entrano, gli occhi sgranati, offrono aiuto. Entrano anche persone che questo teatro se lo ricordano aperto, ci raccontano le loro storie e com’era un tempo. Ci sorprende quanto siano legate a questo posto, lo conoscono bene, e ci danno il loro appoggio. Forte è anche l’appoggio del vicinato, che più e più volte si è rivolto alle istituzioni, da sempre preoccupato per le sorti del teatro.
L’atmosfera è bella, il Rossi ha già cambiato aspetto e alle 17 la platea si riempie di più di cento persone. Inizia l’assemblea pubblica, la partecipazione è forte, la composizione è la più svariata. Siamo felici, questo è ciò che volevamo. Un teatro aperto, restituito alla cittadinanza, a tutta la cittadinanza. Gli interventi e le proposte si susseguono: parlano studenti, lavoratori dello spettacolo, cittadini di Pisa delle età più svariate. Ognuno porta il suo contributo, le sue proposte. Quello che emerge forte e chiaro è la volontà di evitare che questo posto torni ad essere chiuso, ma che diventi un luogo di incontro, un agorà, un posto che forse a Pisa non esiste ancora, ma di cui la città ha bisogno.
DAY 2
Inizia oggi la tre giorni di eventi, incontri, dibattiti, laboratori e workshop. Stendendo il programma di questa tre giorni ci siamo resi conto di quante potenzialità abbia questo posto. È un luogo in cui si può fare tanto, tantissimo. Le perone che passano e si fermano propongono le cose più svariate. Lo striscione fuori interpreta perfettamente quello che sta succedendo: cosa può il Teatro Rossi Aperto. La mattina inizia con il professor Dott. Mario Pezzella, ricercatore di Estetica del Cinema, della Scuola Normale Superiore. Il dibattito è partecipato, vivo, lontano dalla classica lezione frontale accademica. Nel pomeriggio inizia il laboratorio sul corpo con Alessio Targioni. Tra i partecipanti siamo in molt* che fanno per la prima volta un esperienza del genere e i nostri corpi si muovono nella platea, la riempiono. Questo è il Teatro Rossi Aperto: è la possibilità di scoprirci più vicini di quello che pensiamo, è la possibilità di ibridarci, arricchirci. Il laboratorio si conclude e comincia l’assemblea pubblica, nuovamente partecipata, viva. Sentiamo tutt* il bisogno di capire il futuro di questo posto, l’esigenza di proseguire il moto di vitalità che in soli due giorni si è propagato per Pisa. Insieme cerchiamo una strada, insieme, tutt* noi così divers*, ragioniamo su cosa vogliamo da questo posto, da questa città. Riflettiamo sul ruolo che a Pisa, città che vive di saperi,conoscenza e lavoro immateriale, può avere il Rossi.
L’assemblea si conclude ed inizia l’open stage. Il microfono è aperto, siamo tutt* inivitati ad esibirci, qualsiasi tipo di esibizione. Le persone arrivano numerosissime e anche Piazza Dante, solitamente vuota, si riempie.
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