Un progetto per il Teatro Rossi

Dal Teatro Rossi al Teatro Rossi Aperto

Il Teatro Rossi viene edificato nel 1770-71. È il primo teatro di funzione pubblica della città. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1878 viene intestato alla Fondazione Teatro Rossi, poi incamerato dallo Stato Italiano con le leggi Badoglio. Brevemente gestito dal Comune di Pisa, viene chiuso al pubblico nel ’66, e torna per incuria al Demanio nel ’78. Fanno seguito ristrutturazioni parziali. Il 27 settembre 2012 viene riaperto con un’occupazione da un gruppo di cittadini, studenti e operatori della cultura. Nel gennaio 2014 gli occupanti si costituiscono in associazione, l’associazione Teatro Rossi Aperto (TRA), per avvire un dialogo con le istituzioni in vista di una possibile convenzione-concessione volta alla riapertura e allo sviluppo del Teatro Rossi. Da quasi quattro anni è attivo ma quanto vi si svolge non è riconosciuto dalle istituzioni, mancando fra l’altro vie di fuga, impianto elettrico, riscaldamento e piani antincendio a norma.
Si tratta di un buon esempio di teatro all’italiana, e i restauri ne hanno messo in luce la stratificazione storica che attraversa tutte le tappe fondamentali della storia della decorazione teatrale italiana dal tardo periodo barocco al primo Novecento. Ne abbiamo raccontato in dettaglio la storia qui.

Caratteri distintivi del progetto TRA

I tentativi di restauro, puntando alla ricostruzione integrale, si sono arenati per i costi eccessivi e la mancanza di un progetto culturale organico che sposasse le caratteristiche proprie della struttura e del contesto territoriale in cui s’inserisce. Il nostro progetto punta invece a una rifunzionalizzazione che privilegi il riuso, nel rispetto del valore storico-artistico del bene. Ambiamo dunque alla tutela dell’esistente coniugata alla sua trasformazione in uno spazio culturale praticabile e aperto: proponiamo di rimettere al centro la vocazione teatrale dello spazio con un progetto economicamente sostenibile e in grado di rispondere alle necessità del territorio, il centro di Pisa, prevedendo quindi margini di polifunzionalità. Ferma restando la vocazione teatrale dello spazio, il Teatro Rossi Aperto si propone come polmone culturale versatile del centro città, laddove le aule universitarie sono saturate dall’attività didattica.
Il progetto spinge inoltre per un’innovazione in termini legislativi: il riconoscimento della validità (la legalizzazione) dell’esperienza come obiettivo da conseguirsi ex-post e non come condizione preliminare alle attività che vi si svolgono.

Mission dell’associazione (dallo statuto, art. 3)

3.1 L’Associazione non ha scopo di lucro e persegue il fine esclusivo della solidarietà sociale, umana, civile e culturale. Come definite nell’articolo 10 del DL 4 dicembre 1997, n.460. In particolare l’associazione si propone come soggetto garante e promotore di un processo volto alla riapertura permanente del Teatro Rossi, e alla creazione di nuovi modelli di gestione e produzione culturale, attraverso un percorso partecipato esteso alla città, ai soggetti individuali e collettivi, in collaborazione con le istituzioni competenti.
3.2 In relazione al punto 3.1 l’associazione intende rilanciare il Teatro Rossi come uno spazio culturale aperto di cui venga mantenuta e rafforzata la natura immateriale e materiale, sia aprendolo a una rifunzionalizzazione in chiave contemporanea, sia garantendo la tutela del bene nella sua valenza storico-artistica.
3.3 L’associazione si impegna a promuovere altresì il Teatro Rossi come laboratorio di aggregazione e ricerca attraverso il dialogo tra le varie forme di arte, studio e formazione; avendo come fine ultimo la creazione di un’agorà cittadina aperta che individui la cultura come bene della collettività e motore di rigenerazione sociale.
3.4 Per perseguire gli scopi sopra indicati l’associazione promuove le seguenti attività:

  • organizzazione e messa in opera di iniziative volte al recupero e alla rifunzionalizzazione dello spazio del Teatro Rossi, al fine di poter svolgere le attività che vi prendono luogo nel rispetto dei requisiti minimi di sicurezza e con l’attrezzatura adeguata allo svolgimento delle attività;
  • creazione, organizzazione e diffusione di iniziative in ambito di teatro, cinema e arti multimediali, musica, danza, arti visive e perfomative;
  • organizzazione di attività formative e seminariali, inerenti prevalentemente ma non esclusivamente tematiche di innovazione sociale e problematiche connesse al lavoro culturale.

Le esigenze minime per la riapertura funzionale

Le prime necessità sono quelle relative alla messa in sicurezza degli ambienti collaudabili e agibili: foyer, platea e adiacenze (bagni, vani accessori, vie di fuga). In questo senso, sono necessarie nuove porte di emergenza su via del Collegio Ricci, in sostituzione delle attuali, il ripristino dell’impianto anticendio già messo in opera per il cantiere di restauro, la posa della segnaletica e degli estintori, secondo un piano di emergenza già realizzato dall’associazione. A completamento delle vie di fuga sono necessari gli interventi di adeguamento dell’impianto elettrico, su uno schema che possa essere ampliato e potenziato nel tempo, al crescere delle attività del teatro, e alcuni interventi di consolidamento.

Chiediamo, successivamente, una verifica dello stato di conservazione del palco e della graticcia soprastante, perché si possa riprogettare la macchina teatrale. Simultaneamente, immaginiamo la definizione della platea, con un intervento leggero e rimuovibile di pavimentazione e disposizione di sedute mobili che consentano di sfruttare al meglio l’apprezzata versatilità di cui lo spazio ha dato prova in questi anni.

Appuntamenti