Un’occasione per sognare ancora

sabato 28 novembre ore 16

Un’occasione per sognare ancora

CONTROcanto

 

Programma

ore 16 — proiezione del video di NEOKI Film “La memoria e il sogno”.

ore 17 — Seminario su Alfredo Bandelli: la vita, la politica, le canzoni attraverso letture, testimonianze, ascolto delle canzoni attraverso registrazioni originali ed esecuzioni acustiche.
Interverrà l’etnomusicologo Cesare Bermani

ore 18:30 — Laboratorio di apprendimento ed esecuzione corale con i partecipanti al seminario, di alcuni brani di Alfredo Bandelli da inserire nello spettacolo serale.

ore 19: 30 — Aperitivo/cena.
ore 21 — Spettacolo musicale di CONTROcanto Pisano con il contributo di Evelin Bandelli, Pardo Fornaciari e molti altri.

L’associazione CONTROcanto pisano in collaborazione con il Teatro Rossi Aperto e la NEOKI film, propone una giornata di dibattiti, riflessioni, proiezioni e canti per ricordare la figura di Alfredo Bandelli, che è stato di grande ispirazione per il progetto stesso di CONTROcanto a cui fin dall’inizio (maggio 2011), anche se solo per un breve periodo, partecipò anche Evelin, la figlia di Alfredo e cantautrice lei stessa.

Nato nel 1945, Alfredo Bandelli è morto a Pisa nel 1994. La sua produzione artistica è stata molto importante nella storia del movimento operaio e delle lotte politiche a partire dagli anni 60/70. Militante comunista in vari movimenti, ha fatto esperienza diretta della vita dell’operaio e dell’emigrante in Germania e in Svizzera. Le sue canzoni – che sono diventate dei veri e propri inni della protesta proletaria e studentesca ancora oggi: La ballata della Fiat, Partono gli emigranti, La violenza e altre – furono raccolte nel suo unico album, pubblicato dai Dischi del Sole, “Fabbrica galera piazza”. Molte altre che ha scritto hanno continuano a circolare anonime o con la dicitura “Parole e musica del proletariato” come spesso firmava i suoi testi, rinunciando così ai diritti d’autore.

Il progetto di CONTROcanto pisano

      A che serve cantare? Serve a tenere viva la memoria dei fatti storici di cui nessuno parla più, ma che molto hanno ancora da insegnarci. Serve a sentirsi vivi, perché il canto ha sempre dato voce a chi voce non aveva. Serve a condividere e a trasmettere le idee e i valori che ci appartengono.

      Le canzoni di protesta che hanno accompagnato le rivendicazioni dei movimenti di emancipazione sociale, civile e culturale segnando la storia del nostro Paese, rappresentano per noi un patrimonio culturale, politico, di esperienza storica e ci ricordano i più importanti valori fondanti la nostra società di liberi e uguali. Proprio per questo, i canti di protesta andrebbero conservati gelosamente nella nostra memoria e fatti rivivere ai giorni nostri, attualizzandone il messaggio sempreverde, perché sappiamo perfettamente che un popolo senza memoria non ha futuro.