Spoon River

Tracce lungo
Spoon River

Venerdi 26 giugno
ore 21:00 e ore 22:30

direzione: Daniela Scarpari.

Con: Giorgio Puleo – Iole Mirante – Vittorio Gargiuolo – Natalie Perrotta – Giovanni Rabuffo – Gisella Colombo – Mauro Civitillo – Edenice Presotto – Enrico Genco – Sara Trillini – Sergei Pascari – Barbara Li Volsi

Gli attori fanno parte del nucleo di laboratorio di formazione permanente del Teatro Rossi Aperto.

prenotazioni – spettacolo itinerante – max 50 partecipanti a replica

Tra il 1914 e il 1915 il poeta americano Edgar Lee Masters pubblicò sul “Mirror” di St. Louis una serie di epitaffi successivamente raccolti nell’Antologia di Spoon River. Ogni poesia racconta la vita di un personaggio, ci sono 19 storie che coinvolgono un totale di 244 personaggi, questi coprono praticamente tutte le categorie e i mestieri umani. Masters si proponeva di descrivere la vita umana raccontando le vicende di un microcosmo, il paesino di Spoon River. In realtà si ispirò a personaggi veramente esistiti nei paesini di Lewiston e Petersburg, vicino a Springfield e infatti molte delle persone a cui le poesie erano ispirate, che erano ancora vive, si sentirono offese nel vedere le loro faccende più segrete e private pubblicate nelle poesie di E.L. Masters. Il bello dei personaggi di Edgar Lee Masters è che essendo morti non hanno più niente da perdere e quindi possono raccontare la loro vita in assoluta sincerità.

Alcuni di loro ritornano in vita nella spettacolare e suggestiva atmosfera del Teatro Rossi Aperto, immaginiamo dunque il giudice, l’avvocato, l’artigiano e la lavandaia abbagliati dalla bellezza di un gioiello anch’esso morto per anni che rivive grazie a coloro che oggi lo attraversano e raccontano una storia nuova.

Ad un certo punto il dottor Whedon esclama “Non ero amato da quelli del villaggio, ma tutto perchè non avevo peli sulla lingua e affrontavo chi mi insultava con una protesta diretta, senza nascondere o nutrire segreti rancori e rammarichi. E’ molto lodato il gesto di quel ragazzo spartano, che nascose il lupo sotto il mantello, e si lasciò divorare, senza un lamento. E’ più coraggioso, credo, strapparsi il lupo di dosso e combatterlo apertamente, magari per strada, tra polvere e urla di dolore. La lingua sarà forse un organo ribelle ma il silenzio avvelena l’anima. Mi biasimi chi vuole – io sono contento

Daniela Scarpari, attrice, alla sua prima direzione teatrale, dopo un processo durato oltre un anno all’interno del Teatro Rossi Aperto ha costruito insieme ad un gruppo di giovani attori uno spettacolo, che tra i vicoli, le urla e la polvere del TRA racconta non solo storie di uomini e donne ma da vita ad una grande metafora, quella di uno spazio che finalmente può parlare e reclamare la sua esistenza senza peli sulla lingua.

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